EDUCARE SENZA PUNIZIONI SI PUO'! I BAMBINI E LA COMUNICAZIONE NON VIOLENTA

EDUCARE SENZA PUNIZIONI SI PUO'!!!!

I bambini e la Comunicazione Non Violenta (CNV)

 

No! Non si può!” obiettano in molti, “senza punizioni i bambini non comprendono quali sono i loro limiti, ti mettono i piedi in testa... se ne approfittano e fanno quello che gli pare!”.

E' difficile per gli educatori trovare un equilibrio, ma ancora più difficile è smantellare millenni di condizionamento, che nell'ignorare la vera natura dell'uomo ha convinto intere popolazione che per far comportare “bene” i bambini, ma anche gli adulti, ci vogliano premi e punizioni.

Il Prof. M. Rosemberg, ideatore della Comunicazione Non Violenta e da più di 40 anni impegnato nella creazione di forme di comunicazione alternative e mediazioni di pace in tutto il mondo, individua proprio nell'automatismo linguistico fondato sulla critica ed il giudizio moralistico una delle fonti che alimentano la violenza nel mondo. Invita le persone a formare organizzazioni familiari, economiche, politiche e scolastiche fondate sulla relazione empatica, ovvero sulla capacità di ascoltare e comprendere profondamente se stessi e gli altri, e quindi di modificare il proprio comportamento per soddisfare i bisogni dell'altro, per contribuire al suo benessere partendo da uno slancio del cuore e non per paura, vergogna o senso di colpa. Non per evitare punizioni o ricevere premi.

Le chiama organizzazioni che arricchiscono la vita e sono fondate sulla reciprocità dell'insegnamento, su connessioni autentiche fra le persone che ne fanno parte. Istituzioni veramente democratiche caratterizzate da equità nella distribuzione delle risorse e dei privilegi; dove leggi, regole e regolamenti sono definiti e seguiti volontariamente, perché se ne comprende il profondo valore ed il potenziale di benessere che ne deriva sia per se stessi che per gli altri.

Oggi studi scientifici all'avanguardia sul cervello umano smantellano la concezione classica dell'uomo come animale dalla cattiveria intrinseca che va controllata per non permetterle di emergere. Si sta rivalutando, invece, il genere umano come geneticamente predisposto a vivere in gruppo in armonia e dotato di una profonda capacità di donare dal cuore.

Con i bambini premi e punizioni, anche se nell'immediato sembrano avere la loro efficacia, divengono invece un ostacolo alla maturazione in loro di questa capacità empatica. Questo perché ogni volta che, anche se nelle migliori delle intenzioni (“per il loro bene”), si ottiene un comportamento dietro minacce o promesse si blocca la loro capacità innata di comprendere e praticare l'empatia, di donarsi veramente agli altri dal cuore e contribuire al loro benessere in modo incondizionato.

L'alternativa non è il permissivismo, come a primo impatto si è indotti a pensare, ma acquisire una nuova cultura sociale che si fonda sulla consapevolezza della nostra comune umanità e che sa scorgere dietro il comportamento umano, “giusto” o “sbagliato”, soltanto delle strategie per soddisfare i propri bisogni umani universali e fondamentali, indispensabili per un armonioso sviluppo e integrazione corpo-mente-spirito. Ad esempio dietro la resistenza dei figli all'ubbidienza, se indossiamo orecchie ed occhi nuovi, possiamo sentire sia la nostra pretesa, sia il loro tentativo di tutelare il loro bisogno di autonomia (la cui maturazione è indispensabile per avviarsi ad una vita indipendente). Dietro le urla di una mamma o di un insegnante ci sono spesso la paura ed il bisogno di sicurezza; dietro all'irritazione ci potrebbe essere il bisogno di riposare; dietro parole all'apparenza di sfida si potrebbe nascondere il bisogno di sentirsi amati ed accettati così come si è.

Ma le nostre abitudini linguistiche ci portano a comunicare in un modo che ci separa dalla vita che scorre in noi e comunicare le nostre esigenze attraverso il giudizio e la critica, senza esprimere chiaramente ciò che in realtà proviamo e vogliamo.

Siamo abituati ad etichettare “si pigro!”, analizzare “è affetto da iperattività”, a non chiedere in modo semplice e chiaro ciò che vorremmo l'altro facesse per noi: “Non devi passare tutto questo tempo al lavoro!” invece di “vorrei che trascorressimo più tempo insieme!”. Non c'è nulla di sbagliato in questo, ma in realtà si rendono più dolorose le relazioni anche tra persone che si amano.

Prof. Rosemberg ci insegna che se volgiamo creare un mondo più equo, pacifico e sostenibile, è urgente e necessario rivedere i nostri sistemi educativi familiari e scolastici, ed impegnarsi in un processo di risveglio della consapevolezza individuale. E', senza dubbio, una strada faticosa da percorrere, ma che ricompensa per il calore e la qualità delle interazioni che si riescono ad instaurare, per la gioia che deriva nel vedere che anche solo ascoltando, o con solo poche parole, si vedono bambini e adulti riappropriarsi della propria dignità, ritornare alla loro naturale postura eretta e accendersi di una nuova luminosità.

Per sostenere questo cambiamento ho creato il Progetto ArteCresce, che oltre all'insegnamento dell'arte, del movimento e della musica, ha come obiettivo di strutturarsi in modo che durante le lezioni, mentre si è intenti ad imparare, la comunicazione che scorre tra gli allievi e tra allievi e insegnanti sia di tipo Non Violento. Penso che per insegnare qualcosa in modo profondo non bastino tante buone parole, bisogna soprattutto dare l'opportunità di sperimentare e vivere le cose, essere immersi in quella condizione. Noi insegnanti, qualsiasi sia la materia che insegniamo, abbiamo una grande opportunità di fare in modo che i nostri gruppi d'apprendimento si strutturino come “organizzazioni che arricchiscono la vita” e dare modo ai bambini di assorbire questo splendido nuovo modello di comunicazione e di essere.

Posso dire per esperienza personale che le lezioni diventano piene di calore, di gioia e anche divertimento. Al termine degli incontri ci si sente tutti meglio rispetto a come ci si sentiva prima di iniziare. E la cosa ancor più sorprendente è che i bambini imparano (come effetto collaterale) la Musica senza fatica, in modo naturale....raggiungono risultati nettamente migliori. Anche se ci mettiamo un pochino più di tempo, diventano padroni della materia e maturano una profonda consapevolezza sia musicale che personale.

 

Se vi siete incuriositi, potete iniziare leggendo il libro “ LE PAROLE SONO FINESTRE (OPPURE MURI)” DI M. ROSEMBERG, ed. Esserci.

Se avete bisogno di aiuto potete frequentare il mio corso “ArtEducare: educare Attraverso L'Arte, la Consapevolezza e La Comunicazione Non Violenta”, che terrò presso L'associazione Culturale Suamox a Bracciano, e a Ladispoli presso L'Istituto Comprensivo Ladispoli 1”.

Per domande potete scrivere alla casella di posta elettronica:

 

artdanza.musica.consapevolezza@gmail.com